Elezioni Federali: la grande occasione per il Ticino.

Elezioni federali urna

Le prossime Federali non saranno elezioni come le altre. Il 18 ottobre ci sarà un appuntamento quasi epocale per il futuro della Svizzera quale Paese indipendente e sovrano. Sarà una data fondamentale per il Ticino e per l’intera Confederazione Elvetica.

Se i ticinesi opteranno per politici che hanno un piede nel nostro Paese e un altro – quello della gamba buona – nell’Unione europea, credo dovrebbero fare qualche riflessione in più, prima di votare chi non li rappresenta su tematiche di importanza vitale.

Gli schieramenti sono chiari. Ci sono partiti apertamente unione europeisti, come quello socialista. Ci sono quelli decisamente contrari, come UDC e Lega. E ci sono i furbetti. Quelli che votano nello stesso identico modo in cui votano i socialisti quando si tratta d’immigrazione o rapporti con l’Ue, ma che, sfruttando l’aurea, la nomea e il retaggio di “partiti borghesi”, danno a bere di battersi per noi.

Abbiamo visto tutti come il Partito liberale radicale e quello popolare democratico non siano stati in grado di rappresentare e capire le esigenze di quasi il 70% dei ticinesi, ovvero quei cittadini che hanno votato sì all’iniziativa UDC contro l’immigrazione di massa. Anzi, PLR e PPD si sono battuti anima e corpo per far votare le linee guida che arrivavano da Bruxelles. Hanno mentito, minacciato e disegnato scenari apocalittici. E non hanno finito.

La palla è dunque in mano ai cittadini e alla logica più elementare. A Berna, chi non rappresenta la stragrande maggioranza dei ticinesi ha sette rappresentanti su dieci. E bisogna cambiare. Altrimenti finiamola di lamentarci e accusare il Consiglio federale di ogni nefandezza. Chi è causa del suo mal…

Lo scenario che si presenta davanti a tutti noi nei prossimi anni ci parla di un rischio concreto di perdita di Indipendenza e Sovranità della Svizzera. Ci parla della necessità di gestire molto meglio un flusso d’immigrati che non ha pari in Europa. Ci parla della necessità di controllare le frontiere – che sono l’essenza stessa di uno Stato sovrano -. Ci parla della necessità di regolare l’assurdo numero di frontalieri in Ticino. Ci parla della necessità di bloccare il progetto di delegare a giudici stranieri eventuali contrasti con l’Ue. Ci parla della necessità di fermare il fenomeno dell’italianizzazione del cantone, grazie al quale molte nuove aziende insediate negli ultimi anni da oltreconfine ci hanno arricchito solo di traffico, inquinamento, impieghi a basso valore aggiunto e dumping salariale. E ci parla della necessità di chinarci sul tema della sicurezza, nel senso più ampio del termine.

Non solo dunque, sicurezza per l’incolumità dei cittadini che vivono in questo Paese, ma anche sicurezza per un posto di lavoro adeguatamente retribuito, affidato a personale domiciliato. E sicurezza nell’evitare di importare aziende, persone ed entità che mal si integrano nel tessuto sociale ticinese e che ne minano la sua stessa essenza.

Per questo motivo ho deciso di candidarmi con l’UDC per il Consiglio nazionale, per potere rappresentare, chi ha il coraggio di sfidare gli strali di entità straniere che pretendono di dettarci le regole del gioco. Perché gli svizzeri e i ticinesi devono poter decidere in casa propria.