Pareggio dei conti, una misura moderata e ragionevole

Il prossimo 15 maggio è fondamentale votare Sì al Decreto cantonale per il pareggio dei conti entro il 2025 per evitare l’alternativa della sinistra e cioè l’aumento generalizzato di tasse e imposte. L’indebitamento del Canton Ticino negli ultimi anni ha conosciuto una drastica impennata, ci sono voluti 17 anni per passare da 1 a 2 miliardi di debito, ce ne vorranno solo 5 per accumulare un ulteriore miliardo e passare dunque dai 2 a 3,1 miliardi di Franchi. L’analisi degli esercizi del periodo 2010 – 2025 del Cantone, tra consuntivi e proiezioni, solamente in quattro occasioni hanno chiuso in attivo. In questo periodo il saldo tra le annate che hanno registrato utili – poche – e quelle che hanno chiuso in deficit – molte – è impietoso. Quasi 1,1 miliardi di deficit che sono andati a rimpolpare il debito pubblico che risulta tra i più alti della Svizzera. Qualsiasi azienda o semplice famiglia che spendesse regolarmente più di quanto incassa fallirebbe. Non si tratta dunque di tagliare i servizi ai cittadini – come in modo sleale cerca di far passare il fronte dei contrari, mobilitando tutti gli enti che in un modo o nell’altro funzionano grazie alla spesa pubblica – ma rallentare invece la crescita della spesa che ha generato l’importante aumento del debito pubblico. Nella pratica, si propone da qui al 2025 di aumentare la spesa di “soli” 220-250 milioni al posto dei 300 previsti dai vari piani finanziari. A dimostrazione che l’indecente campagna del terrore orchestrata dagli opponenti, che paventa tagli draconiani e la relativa messa in discussione di servizi fondamentali, è semplicemente fasulla. La proposta in votazione non è solo moderata e ragionevole, ma addirittura assimilabile a quanto ogni giorno, padri e madri, fanno nella gestione delle loro famiglie, evitando che le uscite superino costantemente le entrate. E questo lo fanno per non indebitarsi eccessivamente e per non lasciare un pesante fardello alle future generazioni, l’esatto opposto dell’agire della politica cantonale. Per spendere 50-80 milioni in meno da qui al 2025 basterebbe, per esempio, non sostituire tutti gli impiegati pubblici che passano al beneficio della pensione, riorganizzando i vari servizi e Dipartimenti. Quello che fa regolarmente ogni azienda privata, ma che finora si è rivelato un tabù nel pubblico. Oppure prevedere piani di prepensionamento che potrebbero contribuire a ridurre il costo a carico dello Stato. A maggior ragione quando il totale delle imposte delle persone fisiche non basta per coprire il costo per il personale. Inoltre, va pure ricordato che stiamo discutendo dell’1,25-2% della spesa per rapporto a un budget che supera i 4’000 milioni di Franchi. Solo questo basta per relativizzare la questione. Un Sì nelle urne il prossimo 15 maggio è fondamentale perché darà un chiaro indirizzo politico al Governo e al Parlamento, affinché, a fronte di un orizzonte temporale chiaro, il 2025, il pareggio dei conti sia raggiunto. E questo a piena soddisfazione dei molti contribuenti che non hanno voglia di vedersi aumentate, ancora una volta, tasse e imposte come già preannunciato dalla sinistra.