Finanze cantonali: agire prima che affondi la barca.

Con questo titolo, pochi giorni fa l’UDC in conferenza stampa ha presentato le sue proposte per risanare le finanze cantonali. Partiamo dai fatti:

  1. Il debito pubblico supera i 2,5 miliardi di franchi e supererà i 3 miliardi fra tre anni, il capitale proprio è negativo per 250 milioni e il risanamento della cassa pensione dello Stato richiederebbe ulteriori 3 miliardi di Franchi!;
  2. Il 15 maggio scorso il popolo ticinese a grande maggioranza ha approvato il cosiddetto “Decreto Morisoli” che indica chiaramente al Governo che bisogna agire sulla spesa senza toccare i bisognosi;
  3. Il preventivo 2023, approvato dalla maggioranza del Parlamento, è viziato dai 137 milioni dei ristorni della Banca nazionale, che tutti sapevano non sarebbero mai arrivati, ma malgrado questo sono stati comunque conteggiati;
  4. Il volume delle entrate fiscali cresce ogni anno, le spese aumentano però in modo più importante delle entrate. Mentre la popolazione ticinese in 10 anni è cresciuta del 2,7% circa, la spesa pubblica è aumentata del 24,7%! Alla faccia di chi lamenta tagli della spesa;
  5. Malgrado ogni anno circa 250 persone lasciano l’amministrazione cantonale (pensionamenti o per partenze verso altri settori), non solo il Governo non ha ridimensionato l’esagerato organico, in 6 anni – cioè dal 2015 al 2021 – lo ha addirittura aumentato di ben 641 unità!;

Per questi motivi nella conferenza stampa l’UDC ha presentato una serie di misure, già depositate in Parlamento, che sono lì pronte da votare. Le riassumo:

  1. Spese del personale (risparmio cumulato di 40 milioni l’anno):
  • la non sostituzione dei partenti (eccezione per i docenti e il personale di cura cantonali, e gli apprendisti) favorire la mobilità tra dipartimenti e uffici, esattamente come si farebbe in qualsiasi azienda privata.
  1. Beni e servizi (risparmio cumulato di circa 30 milioni l’anno):
  • Blocco della spesa dei beni e servizi fino e compreso il 2025 al valore di Consuntivo 2020.
  1. Spese di trasferimento sussidi (risparmio cumulato di circa 70 milioni l’anno):
  • Limitare la crescita al massimo del 2% annua, esclusi i sussidi diretti alle persone;
  • Revisione delle varie leggi e parametri che regolano l’attribuzione dei sussidi.

Questi tre campi d’azione permetterebbero facilmente e senza fare del male a nessuno, di risparmiare entro la fine del 2025 fino a 140 milioni l’anno. Poi, oltre a ciò, è necessario chinarsi su ogni singola voce di spesa interrogandosi se quanto oggi fa lo Stato serve ancora, se è apprezzato dai cittadini, o se è possibile rinunciarvi. Questo è fare politica. Far finta di non vedere, o peggio aspettare che eventi esterni possano toglierci le castagne dal fuoco, come fa il Governo, non è una soluzione. L’UDC intende entrare in Consiglio di Stato per amplificare il lavoro fatto dal gruppo parlamentare, per fare in modo che il Governo del Mulino bianco – l’attuale Consiglio di Stato che si vanta di andare d’accordo, ma che poi non produce soluzioni concrete – possa finalmente tornare a governare, partendo innanzitutto dall’obiettivo di avere finanze sane. Bisogna avere il coraggio di agire, prima che la barca affondi davvero.