A passo spedito in Valle di Blenio dove lui è “il nipote dello Svizzer”

(Intervista pubblicata sul Corriere del Ticino – 3 agosto 2022)

Con il presidente dell’UDC Piero Marchesi il ritrovo è fissato alle 7.30 in Capriasca. Ci attende una giornata in montagna, di quelle piuttosto impegnative. Un po’ come il percorso che lo attende a breve: il lavoro, il Consiglio nazionale, la presidenza dell’UDC e la campagna elettorale con la corsa al Governo.

Arriva puntualissimo con il suo SUV Mercedes di colore scuro, con una targa a quattro cifre che si direbbe acquistata all’asta: «Assolutamente no, l’ho ricevuta da un famigliare. Era la targa di mio bisnonno». L’auto è di quelle che quando partono non passano inosservate: «L’ho presa perché mi piaceva, ma la uso poco visto che negli ultimi anni utilizzo molto di più il mezzo pubblico». I motori sono da sempre una sua passione, pilota di rally ha fatto diversi campionati svizzeri, una passione che è anche di colui che intende sfidare alle elezioni cantonali: il leghista Claudio Zali. «Sì, mi è capitato di incontrarlo in occasione di qualche rally e di parlare di motori con lui, ma l’incontro più importante è stato un altro». Ovvero? «Otto anni fa in occasione del Rally del Ticino ho conosciuto Claudia, oggi mia moglie e madre di Reto, il nostro primo figlio ormai prossimo a spegnere la prima candelina».

Il piano della giornata

Intanto maciniamo chilometri in direzione della Valle di Blenio. La temperatura in Riviera sfiora già i 33 gradi (Mercedes dixit) e ci attende una scarpinata di quasi tre ore. Dall’Alpe di Predasca raggiungeremo prima la Capanna Bovarina e poi ci «arrampicheremo» fino al Lago retico a quota 2.372 metri. Complessivamente un dislivello di 650 metri circa. La meta l’ha scelta il presidente dell’UDC che mi ha pure invitato a portare il costume per testare le acque del laghetto alpino. Vabbè che l’estate è calda, ma siamo sicuri? «Vedrai, sarà piacevole, temperatura stimata 12-15 gradi».

Il radar di “benvenuto”

La prima domanda che mi viene spontanea è perché un malcantonese come lui abbia optato per la Valle di Blenio: «Sono un malcantonese DOC, i Marchesi sono attinenti di Sessa, originariamente di fede politica popolare democratica, ma poi siamo migliorati (ride). Perché le mie origini sono anche bleniesi, da qui viene mia madre e al Retico ci andavo spesso, anche quando in primavera lo trovavi ancora ghiacciato. Premetto che il bagno (anche solo veloce) l’ho sempre fatto. Ai laghetti non so resistere. Mia madre è una Frusetta di Prugiasco e in questa stupenda valle vengo sempre volentieri. Era così con i miei genitori e lo è anche oggi con mia moglie, anche se con il nostro piccolo ci limitiamo a piccole escursioni». La strada si vede che la conosce bene, ma questo non ci risparmia da una trappola. Ad Acquarossa a darci il benvenuto in valle è un flash, un radar. La frittata è ormai fatta e l’occhio va al contachilometri: lo sforamento sarà di un paio di km/h, non dovrebbe essere nulla di grave. Lui non si scompone, non impreca e la prende con filosofia: «Pace, capita, basta davvero poco per finire in un radar». E poi il suo pensiero va a Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni: «Quasi, quasi suggerisco all’amico Norman di mandare in manutenzione tutti i radar in vista della campagna elettorale. Sarebbe certamente una mossa gradita dai ticinesi».

La gazosa dei Frusetta

Ad un certo punto lascia la strada cantonale per imboccare una secondaria. Ecco, qui è nata mia mamma, questa è l’Osteria Frusetta dove un tempo mia nonna Maria produceva la gazosa con ricetta artigianale a poi distribuita in tutta la valle da mio nonno Giovanni Frusetta. Era soprannominato “Svizzer” e io per molti sono ancora il nipote dello Svizzer. E oggi vado fiero di essere alla testa del partito che rappresenta chi si sente svizzero e ne va fiero”. Giunti a Campo Blenio, in prossimità di un’azienda agricola abbassa il finestrino e in dialetto saluta un amico che ci squadra: “Cosa ci fai con un giornalista di sinistra?”, pronta la replica di Marchesi: “È quello più a destra che ho trovato”. Risata generale e si riparte.

La via più impegnativa

Stringe le stringhe degli scarponi e si spalma un po’ di crema solare: «Oggi picchia e non vorrei diventare rosso» afferma con una risata tanto per metterla un po’ in politica accennando all’abisso ideologico che c’è tra l’UDC e il PS. La partenza è soft, una strada piacevole da percorrere, un po’ la situazione che si è trovato Marchesi quando ha assunto la presidenza del partito nel 2016, quando nessuno pretendeva grandi cosa dall’UDC e la leadership della Lega era incontestabile. Oggi lui viaggia a passo spedito: «Ci vuole un po’ di ritmo, almeno smaltiamo qualche etto prima di rifarci in capanna. La montagna permette di godere il buono e il bello del nostro Paese, è il momento in cui stacchi. Io vado a camminare o in bici anche da solo, sono momenti di relax e libertà per me. Gli impegni pubblici sono il pane quotidiano, ma garantisco che tra il partito, il Comune di Tresa e il Consiglio nazionale, questi momenti sono davvero superlativi». Ma in questi momenti di relax sportivo pensa alla politica e al lavoro? «Certo, talvolta mi fermo e annoto pensieri e idee da concretizzare. La fatica libera la mente e permette grande lucidità. È una buona medicina per tutto». Su Instagram lo si può scorgere spesso a correre nei boschi: «Sì, quelli del Malcantone. I rettilinei, mi stufano, meglio sentieri e radici: la difficoltà da motivazione. È per questo che in politica cerco di non scegliere mai la via agevole, ma quella impegnativa e che, alla fine, produce i frutti migliori».

Non c’è solo il liceo

Marchesi parla della sua infanzia con grande serenità, la famiglia molto unita e la vita di paese a Monteggio che ha contraddistinto il suo percorso. A partire da quello professionale che è stato in crescendo. “Terminate le Medie ho affrontato un apprendistato, ero un po’ affetto da una cosiddetta pigrizia scolastica adolescenziale. Non ho mai avuto particolari difficoltà a scuola, ma anche poca voglia di studiare. Ho sempre amato i lavori manuali, attitudine che ho preso dai miei genitori. Mia madre è capace di posare piastrelle come un professionista del settore. Ma quell’esperienza di lavoro e formazione scolastica mi ha rilanciato, non mi sono fermato, ho concluso l’apprendistato di elettricista con ottimi risultati ottenendo poi diplomi superiori come la maestria, culminati in un Master EMBA alla Supsi del quale vado fiero. Quando si ha volontà si può ottenere molto ed è questa la mia esortazione ai giovani. Non c’è solo il liceo e l’Università. È ora di smetterla di veicolare il messaggio che chi non segue questa strada è un “Taroc”. L’impostazione del DECS di oggi, che punta tutto su liceo e università, forma disoccupati”. Allora via Manuele Bertoli e avanti un altro colore politico? “È certamente una persona intelligente, ma si è dimostrata troppo testarda e questo non ha permesso di fare passi avanti nella scuola”. Ma che allievo era il presidente dell’UDC? “Diciamo che non sono mai stato un allievo modello, ho sempre passato le classi con il minimo impegno. Poca voglia di studiare, tanta di giocare e piuttosto spesso capitava di fare casino con i compagni di classe”. Al punto che per tenere a bada quelli come lui era stato inventato il “comportometro”. Un quaderno sul quale i vari docenti delle medie al termine della lezione dovevano riportare il comportamento di Marchesi e compagni. Giudizio da fare controfirmare tutte le sere ai genitori: “Diciamo che non era particolarmente piacevole, ma trovavamo comunque il modo per divertirci”. Saliamo, il fiato si fa più affannoso, ma Marchesi non perde il ritmo e tende ad accelerare. Fa un gran caldo e siamo ormai a 2000 metri. Come la mettiamo con il riscaldamento climatico? “Nessuno nasconde il problema, ma va gestito e non affrontato con panico come si sta facendo ora. Ad esempio la Strategia energetica 2050 ha provocato danni e ora siamo nella situazione di non sapere come garantire un approvvigionamento sicuro e affidabile. Questa situazione è folle, si è voluto uscire dal nucleare senza avere una valida alternativa”. Ok, ma ha deciso il sovrano che voi ritenete indiscutibile. O no? “Certo, ma non dimentichiamo il condizionamento di Fukushima, per uno tsunami che da noi non si potrà mai verificare”. Allora rivotare che senso avrebbe? “Permettere al nostro paese di continuare a prosperare con un sistema energetico sicuro e affidabile, eliminando una strategia energetica ideologica e fallimentare sostenuta da tutti i partiti eccetto l’UDC. È nell’interesse del paese”.

Il momento più atteso

Ed eccoci dopo aver chiesto più volte “quanto manca” e aver sentito sempre “manca poco” gli occhi si illuminano alla vista del laghetto alpino. Un miracolo della natura vedere tanta acqua in quota mentre al piano si soffre la siccità. È l’ora del tuffo e Marchesi fa da apripista con un tuffo non proprio di stile, ma certamente guadagnato. A mollo nell’acqua a 12-15 gradi? Un autentico toccasana.

L’incontro casuale

Si scende e vediamo la capanna Bovarina, sono quasi le 14 ed è ora di mangiare un boccone. I tavoli all’ombra sono i più ambiti, prendiamo posto chiedendo permesso a una signora arrivata prima. «Prego accomodatevi pure» afferma con un genuino sorriso. Si vede che macina chilometri con gli scarponi, parla di vette e sentieri come nulla fosse. Poi ci squadra con fare interrogativo: «Il vostro volto non mi è nuovo».  È una docente e si parla in libertà della scuola, punti a favore e punti deboli. Mostra realismo, obiettività e senso critico. Marchesi (mai tenero con la scuola, il DECS) si mostra più accondiscendente del solito: «È ora di trovare soluzioni pragmatiche, perché così la scuola non risponde più alle esigenze degli allievi». Per la docente incontrata per puro caso è ora di partire. Per discrezione non le abbiamo chiesto né il nome né la fede politica, ma quando parte si rivolge a Marchesi esclamando: Forza, forza!

Reto attende papà

Il rientro è con la clessidra in mano. Con la velocità non si sgarra ma c’è poco tempo da perdere. La moglie Claudia ha un impegno fuori casa e tocca a papà gestire Reto: “Non mi pesa per nulla, anzi sono felicissimo. Un po’ meno quando si sveglia di buon mattino e, se non gli presti subito attenzione, ti lancia il ciuccio”.